Procreazione Medicalmente Assistita
Consulenza per PMA a Bologna e Verona

La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è un percorso terapeutico composto da un insieme di trattamenti finalizzati ad aumentare le possibilità di una gravidanza per una coppia sterile.
Tutte le tecniche si concentrano In particolare all’aumentare le probabilità di incontro tra i gameti maschili (spermatozoi) e quelli femminili (ovociti).
A seconda del tipo e della gravità del problema, possono essere scelte tecniche cosiddette di primo o secondo livello.
PMA di primo livello: l’inseminazione uterina
Le tecniche di PMA di Primo livello ruotano principalmente attorno all’induzione dell’ovulazione, una delle terapie farmacologiche più comuni per il trattamento della sterilità.
Il medico specialista elabora un piano terapeutico con farmaci specifici (es. Clomifene citrato) per stimolare l’aumento dei follicoli ovarici nella paziente. Ciò provoca anche la crescita del numero di ovociti presenti al loro interno, ossia le cellule che, fecondate dallo spermatozoo, diventano poi embrioni.
In questa fase della PMA di primo livello viene monitorata molto spesso la produzione dei follicoli (tramite ecografie, valutazioni cliniche e ormonali), finché non raggiungono il diametro ottimale. Dopodiché si passa alla fase successiva, che comprende la raccolta del liquido seminale.
Lo sperma viene fornito dal partner maschile (solitamente tramite masturbazione) e trattato per separare gli spermatozoi dal resto del liquido seminale.
Infine viene inserito nella cavità uterina con un mini intervento che prevede l’utilizzo di un piccolo catetere.
In questo caso si può parlare di fecondazione naturale.
Da notare che già la fase di monitoraggio dell’ovulazione potrebbe essere di supporto nell’indirizzare la coppia ad avere rapporti mirati nei periodi con una maggiore probabilità di concepimento.
La PMA di primo livello è particolarmente adatta nei casi di infertilità maschile lieve e nei primi stadi dell’endometriosi.
Si tratta di una tecnica relativamente semplice ma associata a successi terapeutici non molto elevati. È inoltre meno controllabile il rischio di gravidanze gemellari.
Per procedere con questa tecnica di PMA è necessario prima verificare la pervietà delle tube di Falloppio e che la qualità del liquido seminale non sia eccessivamente deteriorata.
PMA di secondo livello: fecondazione in-vitro (FIVET)
La PMA di Secondo livello (fecondazione in-vitro) consta di una stimolazione ovarica più intensa per ottenere un elevato numero di follicoli ovarici e di conseguenza di ovociti.
Nella fase successiva si passa alla raccolta del liquido seminale e al suo trattamento in laboratorio (come nella PMA di Primo livello).
Al contempo vengono prelevati gli ovociti dalla paziente: la procedura è rapida (dura al massimo 20 minuti), indolore (viene utilizzato un anestetico) e condotta in regime di day surgery.
Tramite l’utilizzo di una sonda ecografica munita di ago vengono estratti i follicoli dal canale vaginale, per poi procedere in laboratorio al prelievo degli ovociti.
Gli ovociti maturi ottenuti vengono fertilizzati con gli spermatozoi del partner e messi in incubatore dove si trasformano in embrioni (dopo 2/3 giorni) e poi in blastocisti (dopo 5/6 giorni).
La fertilizzazione degli ovociti si ottiene lasciando che gli spermatozoi accedano autonomamente all’interno degli ovociti (fecondazione in-vitro tradizionale, ormai poco utilizzata) oppure iniettando gli spermatozoi all’interno degli ovociti sotto controllo microscopico (cosiddetta Intracytoplasmic Sperm Injection – ICSI).
Infine si procede al trasferimento in utero degli embrioni per dare il via alla gravidanza.
La procedura (indolore) comporta l’utilizzo di un piccolo catetere per trasferire 1-2 embrioni per tentativo. Nonostante la delicatezza dell’intervento, grazie alla moderne tecniche e strumentazioni si può ottenere una percentuale di successo fino al 44%.
Occorre specificare che le probabilità vengono influenzate da una moltitudine di fattori, tra cui l’età della paziente.
Si possono congelare gli embrioni ottenuti con la PMA?
Gli embrioni o blastocisti non immediatamente trasferiti nell’utero possono essere congelati e utilizzati in ulteriori cicli terapeutici che non richiedono una stimolazione ovarica ma solo una preparazione farmacologica dell’endometrio con estrogeni e progesterone.
Le blastocisti possono essere inoltre analizzate (con i cosiddetti Test Preimpianto – PGT) per verificare la presenza di tutti cromosomi o valutare eventuali malattie genetiche presenti nella coppia.
Prenota un consulto per la Procreazione Medicalmente Assistita presso il Centro di Bologna o Verona del Prof. Marco Filicori.

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Prof. Filicori
Una lunga carriera al servizio delle coppie infertili: oltre 3 decadi di attività, 223 bambini portati alla luce e 43 convegni presieduti. SCOPRI DI PIU’