Tumore dell’utero e fertilità femminile

Tumore dell’utero e fertilità femminile

Il tumore dell’utero, noto anche come carcinoma endometriale, è una forma di cancro che interessa la mucosa dell’utero (ossia l’endometrio).
Si tratta di uno dei tumori ginecologici più comuni e, sebbene si manifesti più spesso su donne in post-menopausa, può colpire anche le donne più giovani.
La consapevolezza dei fattori di rischio e dei sintomi sono aspetti determinanti per una diagnosi precoce e un trattamento efficace.

Occorre però specificare che esistono vari tipi di tumore dell’utero: la forma più comune è quello dell’endometrio, seguito dal tumore alla cervice uterina (collo dell’utero), mentre la forma più rara è il sarcoma.

Prof. Filicori PMA Bologna

Le cause del tumore dell’endometrio

Considerando che le cause del tumore dell’utero non sono ancora ben definite è più corretto parlare di fattori di rischio che accomunano le diagnosi. Per esempio l’obesità è uno dei rischi principali, poiché il tessuto adiposo produce estrogeni, che possono stimolare la crescita delle cellule endometriali.
Altri fattori includono l’uso di terapie ormonali con estrogeni senza il bilanciamento del progesterone, l’età avanzata, un ciclo mestruale irregolare, la predisposizione genetica (per esempio nella sindrome di Lynch) e alcune patologie come la sindrome dell’ovaio policistico.

I sintomi del tumore dell’utero

I sintomi del tumore dell’utero differiscono a seconda della sua fase di progressione e possono includere:

  • sanguinamento vaginale anomalo (specialmente dopo la menopausa);
  • perdite vaginali non legate al ciclo mestruale;
  • dolore pelvico.

In fase avanzata possono manifestarsi sintomi più severi, come la perdita di peso non intenzionale, affaticamento e gonfiore dell’addome.
È importante che le donne prestino attenzione a questi segnali e consultino un medico per un eventuale approfondimento.

Quanto influisce il tumore dell’endometrio sulla fertilità femminile

L’impatto del tumore dell’utero sulla fertilità femminile varia a seconda della fase in cui viene diagnosticato e in base al trattamento.
Con una diagnosi precoce, in cui il tumore non si è diffuso, è possibile eseguire trattamenti che preservano la fertilità, come la terapia ormonale o l’intervento chirurgico per rimuovere il tumore.
Al contempo, prima di iniziare trattamenti come radioterapia o chemioterapia, è possibile ricorrere alla crioconservazione degli ovociti femminili, che verranno poi utilizzati dalla coppia durante il percorso della PMA.
Nei casi più gravi tuttavia può essere necessaria una isterectomia (rimozione dell’utero), intervento che rende impossibile una gravidanza naturale.

Oltre al follow up oncologico è quindi fondamentale avvalersi della guida di un medico specialista per le pazienti che intendono preservare la propria fertilità.
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