L’isteroscopia è uno degli esami principali nella diagnosi dell’infertilità femminile, insieme all’ecografia pelvica, alla isterosalpingografia e all’isterosonosalpingografia.
Per quale motivo si fa l’isteroscopia?
L’esame viene prescritto dal medico specialista che segue la coppia nel percorso per accedere alla PMA, che necessita di una diagnosi di infertilità.
Può anche essere prescritto dal ginecologo in altri contesti clinici, per esempio di fronte a perdite di sangue anomale dall’utero o per il sospetto di carcinoma endometriale.
Quanto è dolorosa l’isteroscopia?
Generalmente l’esame non è doloroso, benché causi fastidi contenuti. La distensione dell’utero (indotta proprio per l’introduzione della micro sonda) può causare crampi simili ai dolori mestruali e anche un lieve dolore alla spalla.
Se il fastidio diventa intollerabile per la paziente, il medico sospende l’esame e somministra un leggero anestetico prima di proseguire.
I crampi addominali possono protrarsi anche dopo l’esame, ma scompaiono nel giro di 2/3 ore; possono essere gestiti con normali antidolorifici assunti dalla paziente per i dolori mestruali.
Come si svolge l’esame di isteroscopia?
L’isteroscopia viene svolta in regime ambulatoriale, dura circa 15 minuti e non necessita di preparazione particolare da parte della paziente. L’unica indicazione riguarda il periodo in cui può essere svolto l’esame, ossia nei primi 7 giorni dopo il ciclo (l’aspetto essenziale comunque è che venga svolto al di fuori del ciclo mestruale).
La procedura diagnostica evita l’uso di strumenti molto invasivi, come pinze e dilatatori, limitandosi a un isteroscopio dal diametro di 2/5 mm. Solitamente non è necessario neppure lo speculum.
All’inizio della visita la paziente viene fatta accomodare in posizione ginecologica sul lettino, dopodiché nel condotto vaginale viene somministrata una soluzione fisiologica sterile per distenderne le pareti.
Infine viene introdotto l’isteroscopio, una sonda con un’ottica e un sistema di lenti collegate a una telecamera: lo strumento permette al ginecologo di esaminare la cavità uterina, visualizzando le immagini su un monitor (per poi stamparle e allegarle al referto).
La differenza con l’isteroscopia operativa
Rispetto all’isteroscopia diagnostica quella operativa è un mini intervento vero e proprio eseguito in sala operatoria.
L’operazione serve ad asportare polipi endometriali o miomi dalla cavità uterina, a correggere alcune malformazioni uterine che possono ostacolare una gravidanza e a bloccare le perdite ematiche tramite ablazione.
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