Guida alla PMA
Come funziona la Fecondazione Assistita: guida alla PMA

Avvicinarsi alla PMA per una prima visita significa iniziare un percorso che passa attraverso molte fasi distinte.
La prima cosa da fare è assicurarsi di avere uno Specialista che possa assistere la coppia infertile in tutto l’iter di PMA ed indirizzare verso i passi corretti da compiere.
Affidati ad uno Specialista in Medicina della Riproduzione: richiedi un consulto al Prof. Filicori presso il suo Studio di Bologna e Verona.
Ti aiuterà a gestire tutti i passaggi per la PMA riassunti di seguito.
Come accedere alla PMA: età massima e minima
Ci sono alcune condizioni normative e cliniche da soddisfare per accedere al percorso di Procreazione Medicalmente Assistita.
Possono accedere alla PMA le coppie sposate o conviventi in modo stabile. Poiché il fattore età, che influisce sulla fertilità, è determinante in particolare per la donna, l’età massima richiesta per l’accesso alla PMA è di 46 anni con per un massimo di 6 cicli di trattamento.
L’età minima invece è di 18 anni.
Il limite massimo può cambiare da regione a regione (anche se generalmente è di 46 anni), quindi occorre consultare le normative regionali di riferimento.
Le condizioni cliniche invece riguardano l’accertamento dello stato di infertilità o di sterilità, che deve essere appurato con una serie di esami diagnostici.
Sterilità e infertilità di coppia
La sterilità e l’infertilità di coppia sono le condizioni cliniche previste per accedere al percorso della PMA.
Tale condizione deve essere certificata da una diagnosi medica, che occorre richiedere quando la coppia non riesce ad arrivare a una gravidanza dopo un anno di rapporti non protetti.
Infertilità e sterilità vengono spesso usate come sinonimi, ma da un punto di vista clinico sono due situazioni diverse: la prima comporta una diminuzione del potenziale riproduttivo, quindi delle probabilità di concepire, mentre con sterilità si intende una condizione definitiva che comporta l’impossibilità di ottenere una gravidanza.
In una fase iniziale è più corretto parlare di infertilità “di coppia”, anziché di “infertilità maschile” o “infertilità femminile”.
Infatti solo con gli esami diagnostici si potrà arrivare a individuare le cause e scoprire se riguarda la parte maschile, femminile o entrambe.
Dato che la diagnosi è di fatto il “certificato” per accedere alla PMA, occorre che sia preparato da un medico specializzato. Il Prof. Filicori può guidare la coppia attraverso tutto il percorso diagnostico, che comprende spesso diversi esami.
Esami diagnostici per infertilità maschile e femminile
Il principale test per l’infertilità femminile è l’ecografia pelvica, che consente di rilevare se l’ovulazione avviene in modo funzionale, nonché la quantità di follicoli ovarici e altri dati fondamentali. Inoltre è possibile individuare eventuali lesioni dell’utero.
Gli esami diagnostici per l’infertilità femminile richiesti più di frequente sono l’isterosalpingografia, l’isteroscopia e la isterosonosalpingografia (o sonoisterografia). Questi test permettono di valutare le condizioni dell’utero e il percorso fatto dagli spermatozoi per arrivarci.
Oltre a queste indagini strumentali viene richiesta anche la valutazione del dosaggio ormonale, da eseguire in giorni precisi del ciclo mestruale.
I test per l’infertilità maschile riguardano soprattutto la valutazione del liquido spermatico e dei testicoli. L’esame principale è lo spermiogramma che prevede la raccolta (tramite masturbazione) del liquido seminale per l’analisi in laboratorio. Con questo test vengono valutate tutte le caratteristiche degli spermatozoi: quantità, volume, forma, motilità ecc.
Altri esami spesso associati sono la spermiocoltura e l’ecografia dei testicoli, oltre alle valutazioni ormonali (tramite prelievo del sangue) che consentono di chiarire le cause dell’azoospermia, dell’ipogonadismo e dell’ipogonadotropo.
Una volta ottenuta la diagnosi di infertilità è possibile accedere al percorso della PMA, in cui occorre essere guidati da un medico specializzato, come il Prof. Filicori.
Le tecniche di PMA: Omologa ed Eterologa
Le tecniche di procreazione medicalmente assistita praticabili in Italia si dividono in due grandi categorie: la PMA omologa e la PMA eterologa.
La scelta di quale tecnica impiegare viene fatta basandosi sul singolo caso specifico, quindi in base ai risultati diagnostici per l’infertilità, alle condizioni di salute dei pazienti, alla loro età anagrafica, etc.
➡️ La PMA omologa avviene “all’interno della coppia”, quindi senza donazione di ovuli o di spermatozoi da donatori esterni.
Il percorso si divide in PMA di primo livello e di secondo livello, a loro volta composti da più fasi.
💠 Le tecniche di PMA di primo livello (inseminazione uterina) vengono applicate specialmente nei casi di infertilità maschile lieve e nei primi stadi dell’endometriosi.
La prima fase si basa sull’induzione dell’ovulazione, tramite l’assunzione di farmaci, per stimolare la produzione dei follicoli. Tutto il processo è strettamente monitorato tramite ecografie, valutazioni cliniche e ormonali.
Quando i follicoli giungono a maturazione viene raccolto lo sperma dal partner e inserito nella cavità uterina con un mini intervento che prevede l’utilizzo di un piccolo catetere.
💠 Le tecniche di PMA di secondo livello (fecondazione in-vitro, FIVET) si basano su una stimolazione ovarica più intensa (sempre con terapia farmacologica) e sul prelievo sia degli ovociti (una volta maturi) sia degli spermatozoi per essere trattati in laboratorio.
Il prelievo degli ovociti è rapido (dura circa 20 minuti), indolore (la paziente è sotto anestesia) e condotto in regime di day surgery.
La fase successiva prevede la fertilizzazione in laboratorio degli ovociti con gli spermatozoi del partner; dopodiché gli ovociti vengono conservati in incubatore finché non diventano blastocisti nell’arco di pochi giorni.
La fase conclusiva prevede il trasferimento in utero degli embrioni per arrivare alla gravidanza. L’intervento è indolore e viene realizzato tramite l’utilizzo di un piccolo catetere per il trasferimento di 1-2 embrioni per ogni tentativo.
➡️ La PMA eterologa invece comporta la donazione dei gameti, ossia degli ovociti (fecondazione eterologa femminile) e/o degli spermatozoi (fecondazione eterologa maschile).
Le tecniche di PMA sono simili (o persino uguali) a quelle di primo e di secondo livello. Per esempio, con la donazione degli spermatozoi è possibile utilizzare sia le tecniche che riguardano l’inserimento in utero del liquido seminale, sia quelle relative al trattamento dei gameti in laboratorio per poi passare al trasferimento in utero.
L’ovodonazione invece comporta la fertilizzazione degli ovociti con gli spermatozoi del partner, che vengono poi trasferiti nell’utero, previa preparazione farmacologica.
Infine è anche possibile ricorrere a una donazione combinata, per i casi più gravi, ricevendo la donazione sia degli ovociti che degli spermatozoi.
Il percorso della PMA è lungo e complesso, per cui è fondamentale affidarsi a un medico specializzato: contatta il Prof. Filicori per una prima visita.

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Prof. Filicori
Una lunga carriera al servizio delle coppie infertili: oltre 3 decadi di attività, 223 bambini portati alla luce e 43 convegni presieduti. SCOPRI DI PIU’